La Sporting Napoli è la prima scuola di judo a Napoli specializzata nella didattica per bambini tra i 3 e i 5 anni.
Propone un metodo educativo (EducaJudo) che porge al bambino gli strumenti di formazione delle capacità coordinative, cognitive e comportamentali, attraverso un percorso di esperienze ludico-motorie calate nelle dinamiche e nei principi disciplinari del judo.
Cura la costruzione equilibrata dei profili emozionali, affettivi e relazionali del bambino, utilizzando principalmente l’interazione corpo a corpo come amplificatore della comunicazione non verbale determinata dalla distanza intima di confronto.
La metodologia dell'insegnamento è frutto della collaborazione costante con i professionisti dell'infanzia.
Attraverso il contatto fisico, il bambino affronta un processo di conoscenza del proprio corpo e di quello dei compagni che si congiunge alla percezione e alla elaborazione delle emozioni legate al tatto ed alla vicinanza dei corpi. La rottura della distanza detona i processi socio-relazionali ed affettivi, favorendo il superamento del senso di imbarazzo, di introversione, di opposizione provocatoria, a beneficio del senso di autostima, ridimensionamento e controllo.
Dinanzi ad una spinta, ad uno squilibrio, al timore del confronto fisico, il corpo non mente e l’atteggiamento lascia il posto alla sincerità.
La forza e le modalità della pressione delle mani, la postura, le ritrosie o l’aggressività, le vibrazioni corporee, le tensioni o i rilasciamenti muscolari si allacciano alle risposte fisiologiche e cardiovascolari del bambino, fornendo un quadro istantaneo e veritiero delle sue inclinazioni, delle paure, dei punti di forza e di debolezza, dando modo al Maestro di adottare i correttivi o i facilitatori (potenziamento schemi motori di base, disciplina, interazione, controllo, significato dei ruoli e della responsabilità, premio e sconfitta) che lo accompagnino gradualmente e naturalmente in un percorso di valorizzazione delle sue capacità e di rielaborazione costruttiva del malessere psicofisico.
Un cammino che inizia sul tatami e si perfeziona nel dialogo costante con i genitori (ed, ove occorra, con lo psicologo, le maestre di scuole e gli altri professionisti dell'infanzia), chiamati, se necessario, a partecipare in prima persona alle lezioni allo scopo di rendere più serena la fase dell’inserimento.
Il lavoro di osservazione del Maestro prosegue oltre gli schemi di lotta, volgendo ad inquadrare le reazioni che il bambino pone in essere anche nelle dinamiche di gruppo, nella risposte alla regola, alle sollecitazioni, alla dimensione competitiva, analizzandole in un procedimento di effetto/causa che le ricollega al grado di percezione del suo vissuto (serenità familiare, equilibrio relazionale, assenza quali/quantitativa di uno e/o due genitori, presenza di sostituti, mancanza di autorità, violenza verbale o fisica domestica, traumi, disagi legati alla percezione di genere sessuale etc.).
EducaJudo è dunque la cartina al tornasole dell’intimità del bambino, il microfono del suo mondo interiore. È un orecchio sul suo cuore, la risposta ad una richiesta inespressa di esibizione e/o di aiuto. L’occasione per vestire in kimono la sua crescita psicomotoria.